BIOENERGETICA, lo sguardo sulle emozioni

Nella ricerca del piacere e nella fuga dal dolore l’organismo umano indirizza lo stress laddove più facilmente lo può contenere. Le nevrosi, secondo Freud, hanno origine sessuale, mentre Fromm si interessa più di linguaggio corporeo. L’espressione corporea diventa ‘segno’ dell’emozione o del turbamento che ne è all’origine (se correttamente compresa dall’interlocutore). Reich , il ‘padre’ della bioenergetica, si occupava in particolare di psicosomatica. Interpretava la tendenza a bloccare il respiro quale volontà di controllare i vissuti. Ampliando la respirazione notò l’affiorare di forti emozioni. Le tensioni muscolari, secondo Reich, indicano un preciso atteggiamento anche psichico nei confronti della vita. Le emozioni trattenute, ovvero non espresse, si insinuano nel corpo, il quale le ingabbia facendosi del male. Sono ‘tossine psichiche’, ‘basura mental’, mine vaganti che prima o poi si trasformano in sintomo. L’unico modo per liberarsene è riconoscerle e viverle fino in fondo: una rabbia va espressa, una paura va riconosciuta e attraversata fino in fondo, una malinconia va ascoltata fino a risalire alla sua origine e cercare di capirne le cause. Un pianto va stimolato e accolto, non come una debolezza ma come una maniera di manifestare un disagio o una gioia.

Il carattere di una persona corrisponde alla struttura del suo ‘ego’, rappresenta la sua maniera di rapportarsi con se stesso e col mondo. Il sintomo è il risultato del modo che ognuno ha di stare al mondo (armatura caratteriale), inteso come ‘agire’, ‘pensare’, relazionarsi. Un ‘sintomo’ non è altro che il prodotto di un pensiero che suscita una emozione (negativa o positiva a seconda del pensiero che la provoca). Ogni tensione muscolare contiene la storia e il significato della sua origine. Dissolvendola si libera energia. Il blocco dell’energia vitale che causa il sintomo può, altresì, derivare da un trauma o dal perpetuarsi di una stato di frustrazione/stress.

Reich definì sette segmenti del corpo : oculare, orale, cervicale, toracico, diaframmatico, addominale, pelvico e perfezionò tecniche di intervento come l’ampliamento della respirazione, il massaggio, la pressione, il movimento etc). La prima innovazione introdotta da Reich riguarda la priorità data dall’esplorazione delle resistenze e dei metodi per superarle. La seconda innovazione riguardo l’analisi del carattere quale insieme strutturato di resistenze.

Il contatto fisico era per Reich un importante agente terapeutico.

Tutti noi abbiamo bisogno di emozioni come di cibo. Ma le emozioni sono pericolose e instabili perché ciò che inizia come piacere spesso finisce come dolore. Le emozioni sono energia, manifestazioni naturali di correnti della forza vitale. Tutti gli stati mentali hanno delle corrispettive sensazioni corporee alle quali si accede tramite la sensazione e l’emozione. L’emozione in se stessa ha ritmi semplici e naturali di movimento e quiete. E’ necessario restarne al centro senza alimentare pensieri su di essa. Viverla consapevolmente in assenza di giudizio. L’esperienza dell’emozione libera, apre una nuova via ai sensi, a un organismo sano e vitale, a un cuore aperto e amorevole, a un profondo senso di unità con la vita. Consentire all’energia di fluire liberamente, è più importante che dirigerla. Per il corpo è importante restare nell’emozione, vivere, percepirne il moto. Al contrario è distruttivo analizzarla, trattenerla, contenerla, respingerla (rabbia, pianto, frustrazione, vergogna, invidia etc). Negare un’emozione vuol dire dirigere l’organismo verso la chiusura o l’esclusione del flusso emotivo. Le emozioni ci collegano direttamente con il battito del cuore, la fitta nelle viscere, l’affiorare delle lacrime, le contrazioni muscolari. Il movimento dell’energia emotiva porta faccia a faccia con la sensazione temporanea di perdita di controllo. Le emozioni sono in fondo energia che cerca sbocco ed espressione, quando si cerca di trattenerle o ingabbiarle, si formano dei blocchi a livello fisico. Al completamento di un ciclo emotivo l’organismo è calmo e vulnerabile. Non opporre resistenza alla rabbia, al dolore, o altro, è una sana abitudine. Quindi, non chiudiamo i nostri cuori, il nostro sentire va espresso, con coraggio, senza giudizio e senza vergogna. Proviamo emozioni! Lasciamoci andare!Sblocchiamo il nostro respiro, diveniamone consapevoli e accompagnamolo osservandolo. Durante l’inspirazione il diaframma si abbassa creando pressione sugli organi addominali; durante l’espirazione il diaframma si solleva diminuendo la pressione sugli stessi organi. Con ogni movimento respiratorio avviene una trasformazione dello spazio interno. Siamo una forma nuova ad ogni istante e ad ogni movimento. Ogni movimento corporale che esprime lo stato d’essere di una persona nel mondo è governato dalla respirazione. Un certo tipo di respirazione può rivelare, per esempio, la manifestazione sintomatica di un conflitto inconscio. La respirazione comunica l’angoscia, il vissuto di momenti d’amore, l’ansia, la paura, la rabbia, la passione.

Narciso non respirava mai: petto soffocato, spalle ricurve, sterno incavato. Noi ci relazioniamo con l’ambiente tramite la respirazione, che diventa il prototipo della comunicazione. Le persone incapaci di attuare uno scambio affettivo non respirano. Il diaframma è teso, bloccando la libera comunicazione tra le viscere e il cuore, generando separazione tra torace e addome……………continua prossimamente