Dien Chan: Riflessologia facciale vietnamita

Questa tecnica, nata alla fine degli anni ’70,  è il risultato delle ricerche di un medico agopuntore vietnamita, prof. dottor Bùi Quòc Chau, che lavorava presso un centro di disintossicazione a Saigon  nel 1977.  Dopo la guerra il Vietnam era un paese distrutto, non solo era necessario ricostruirlo. L’esigenza più impellente era quella di assistere migliaia di persone dipendenti da oppiacei. Per questo il governo si adoperò per organizzare centri di recupero in tutto il paese ( il sistema multiriflessologico ideato dal prof. Chau agisce  sul sistema nervoso periferico, influisce efficacemente sulla circolazione e  sul sistema linfatico rinforzando quindi le difese  immunitarie).  Nel periodo post-bellico vi era la necessità di dare una risposta rapida alle patologie più diffuse, tra cui, appunto, quelle collegate al consumo di droghe. In pochi anni di studi e ricerche il professor Chau potè comprovare clinicamente le sue teorie e i suoi metodi di trattamento, attinti  dai grandi filosofi classici,  dalla medicina tradizionale cinese, e dalla tradizione popolare vietnamita.  La terapia facciale vietnamita si colloca in una logica scientifica in senso occidentale e al tempo stesso si ispira a correnti filosofiche orientali. In un breve spazio di tempo e con una media di 500 pazienti al giorno, il professor Chau riusci a creare una mappa di corrispondenze tra i punti riflessi del viso con tutte le parti anatomiche interne ed esterne al corpo umano. Con la sua grande esperienza definì gli effetti che produceva la stimolazione dei punti e a partire da qui creò una serie di strumenti di facile utilizzo, dimostrando che ottenevano gli stessi risultati che si ottengono con l’uso degli aghi. Infatti la tecnica consiste semplicemente nello stimolare, senza aghi, zone e punti riflessi, sopratutto del viso, per attivare i processi di autoguarigione. Il professore disegnò diverse mappe di punti riflessi del viso e del corpo. Grazie a questi schemi riuscì a  facilitare l’utilizzo della terapia facciale tra i suoi pazienti, divulgando la sua tecnica tra la popolazione, che poteva utilizzarla anche per autotrattamenti,  senza una particolare formazione medica. Il professore ha ottenuto che la maggior parte dei propri pazienti divenisse il medico di se stesso, sopratutto per il trattamento di piccoli disturbi quotidiani e diffusi.   Le sue mappe forman parte di una rete multiriflessologica che,  partendo dal  viso, si estende alle membra e al resto del  corpo. Per questo la riflessologia facciale offre diverse possibilità per trattare una patologia, a differenza della riflessologia classica che lavora con un unico schema.  La riflessologia facciale vietnamita ha un ampio campo di attuazione con eccellenti risultati soprattutto per disturbi neurologici, cutanei, digestivi, circolatori, urologici, reumatologi e per  problemi del metabolismo e del sistema riproduttivo. Si ottengono ottimi effetti anche  nel trattamento di patologie muscolari e articolari (torcicollo, crampi, lombalgie, sciatica). Inoltre è molto efficace in caso di cefalee, emicranie, insonnia,ansia e depressione. Per maggiori informazioni consultare il sito

www.facioterapia.org

www.dienchan.it

Il riconocimento ufficiale della terapia facciale: dal 1980 più di 15.000  specialisti esercitano questa pratica in più di 35 paesi. In Messico e Cuba, da più di 20 anni è stato adottato questo metodo per far fronte a problemi di salute pubblica. I Vietnam più di 4 milioni di persone sono state trattate unicamente con questo metodo. In Spagna si contano circa 700 terapisti di riflessologia facciale, che hanno integrato questo metodo come strumento di base o complementare ad altre tecniche olistiche

Articolo tratto dalla rivista ‘Salut’ (Spagna) – autrice Anna Roca, Formatrice certificata

in Italia l’unico centro autorizzato si trova a Milano:

S.I.R.F.A.

Via Volvinio, 22

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02 92887290

www.sirfa-riflessologie.it